Oliveto L.: il Partito Anti Islamizzazione si presenta, in difesa delle tradizioni italiane

Un partito “di scopo” che non prenderà parte ad elezioni politiche comunali, ma si impegnerà per consentire agli amministratori di lavorare bene e ai cittadini di vivere meglio, vicino alla popolazione per fronteggiare quella che è stata definita una potenziale “colonizzazione” del territorio italiano. Un movimento non razzista e che non nega le religioni diverse da quella cristiana, ma che punta a difendere le nostre tradizioni e la nostra cultura.

Il sindaco Bruno Polti

In prima fila da destra Davide Bergna (FI), Flavio Nogara (LN), i sindaci di Pescate Dante De Capitani e di Oggiono Paolo Ferrari. In seconda fila da sinistra il presidnente del PAI, l'ispettore di Polizia Marco Di Prinzio e la vice Federica Levi

È il Partito Anti Islamizzazione, presentato nella serata di venerdì 14 luglio – si tratta della prima assemblea promossa a livello nazionale – presso la sala consiliare del Comune di Oliveto Lario.
Il sindaco Bruno Polti - tra i co fondatori – ha spiegato ad un pubblico variegato proveniente anche da fuori Provincia (presente anche un toscano giunto appositamente da Lucca) le motivazioni alla base della sua nascita, affiancato dal segretario Stefano Cassinelli. Durante la serata sono intervenuti in collegamento video lo psichiatra Alessandro Meluzzi e Sami Aldeeb, avvocato specializzato in diritto arabo e musulmano.

Il professor Alessandro Meluzzi in collegamento video e il segretario Stefano Cassinelli

“Abbiamo aderito a questo partito perché constatiamo un netto distacco tra le esigenze reali della popolazione e la classe politica italiana, che non è più rappresentativa delle necessità delle persone” ha esordito il primo cittadino ringraziando i presenti, tra cui il presidente del PAI Marco Di Prinzio, la vice Federica Levi, l’esponente lecchese di Forza Italia Davide Bergna, il segretario della Lega Nord Flavio Nogara, i sindaci Dante De Capitani di Pescate e Paolo Ferrari di Oggiono.
È stato il professor Meluzzi, parlando al pubblico dallo schermo allestito per l’occasione, ad illustrare il potenziale “pericolo” rappresentato dalla diffusione dell’islamizzazione per la nostra identità nazionale. “L’Italia è diventata il contenitore per una massa di disperati provenienti da Paesi islamici, non solo per una ragione geografica legata all’ampiezza delle sue coste ma anche per una degenerazione della cultura cattolica. Oggi sembra esserci un unico comandamento: l’afro islamizzazione dell’Italia. Sono stati annunciati investimenti per l’accoglienza dei richiedenti asilo, un vero e proprio affare per chi la gestisce. Ci sono 200.000 islamici già pronti a partire verso le nostre coste, ma la storia ci insegna che in 1600 anni queste persone non si sono mai integrate con quelle con cui si sono trovate a convivere”. Lo psichiatra ha sottolineato come questa popolazione, con “una media di 5 figli per ogni donna e 4 mogli per ogni uomo”, sia destinata a crescere esponenzialmente nel nostro Paese fino a raggiungere i 18, 20 milioni di individui nel 2040. “Quella sarà un’Italia in cui non potremo più mantenere i nostri costumi e le nostre tradizioni. Non siamo razzisti, ma liberali e democratici e vogliamo salvaguardare la libertà che i nostri avi hanno conquistato con il sangue. Se non apriamo gli occhi la nostra civiltà verrà travolta, la nostra Terra e la nostra cultura vanno difese”. Il professore ha espresso solidarietà al sindaco di Oliveto per le critiche ricevute dal gruppo di minoranza per la scelta di accogliere in sala consiliare l’assemblea del PAI.

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È stato Bruno Polti a calare questi concetti nella realtà quotidiana, anche lecchese. “Siamo una forza democratica e liberale che non contrasta le altre religioni, purchè ci sia il rispetto delle nostre tradizioni. I presepi nelle scuole devono essere realizzati e i crocifissi appesi in aula, anche se ci sono bambini musulmani” ha spiegato. Sul tema immigrazione, ha evidenziato la propria linea di pensiero comune ai sindaci di Pescate, Oggiono, Lierna e Ballabio. “Solo il 2, 3 % di chi arriva è effettivamente un rifugiato in fuga da situazioni di guerra e povertà. La Prefettura ci chiede di garantire la sicurezza (con le poche risorse che abbiamo) e al contempo di accogliere queste persone, la cui presenza può dare origine a situazioni difficili da gestire. C’è una connessione diretta tra religione islamica e immigrazione, che sfugge a molti perché alle spalle di queste persone si fanno guadagni enormi. Non siamo razzisti, ma le cose devono avvenire con ordine e con direttive ben precise, altrimenti si va incontro ad una colonizzazione e ci troveremo a dover chiedere a loro il permesso di poter fare qualsiasi cosa. Dobbiamo avere l’orgoglio di vivere secondo le tradizioni dei nostri padri, che hanno combattuto per far sì che potessimo essere liberi”.

Il dottor Sami Aldeeb in collegamento video

Il segretario Stefano Cassinelli ha sottolineato che il PAI non è contro l’Islam, ma chi lo professa deve rispettare la nostra Costituzione. “Gli islamici in Italia rappresentano il 2,8% della popolazione, non demonizziamo tutti coloro che arrivano ma l’immigrazione va gestita con attenzione, poiché possono introdursi nel nostro Paese persone legate a frange estremiste; gli ultimi fatti di cronaca ci hanno dimostrato quello che può accadere”.
Il dottor Sami Aldeeb, in collegamento video, ha spiegato che il “sistema” cristiano è molto diverso da quello islamico, basato sul concetto che la legge proviene da Dio.
“Ci rendiamo conto che c’è un problema legato all’islamizzazione del territorio e vogliamo risolverlo in maniera moderata. Il PAI è un partito di scopo, non parteciperà ad elezioni politiche ma vuole proporre soluzioni per consentire agli amministratori di lavorare bene e ai cittadini di vivere meglio” ha concluso Cassinelli.
Al termine della serata i presenti hanno potuto tesserarsi aderendo alla nuova realtà politica.
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