Carenno: l'ex albergo del Pertus ha riaperto per un giorno, in cammino per scoprire l'hotel dei 'signori' della Belle Epoque
A cavallo tra Val San Martino e Valle Imagna, più di un secolo fa il "Grande Albergo del Pertus" richiamava alle pendici del Monte Ocone signori, nobili e ricchi borghesi milanesi.
La facciata dell’hotel
Tra la fine dell'800 e gli anni '30 del '900 è stato una meta turistica a 5 stelle, una meta turistica della "Milano bene" durante la Bell'Epoque. Un luogo un tempo vivo e lussuoso che (già una colonia estiva per seminaristi nel dopoguerra) giace abbandonato e chiuso da oltre 30 anni in mezzo a boschi di faggi e castagni.
Il gruppo di partecipanti alla visita
Domenica mattina è stato eccezionalmente aperto al pubblico e le sue stanze sono tornate ad accogliere visitatori: non più nobili e intellettuali milanesi, ma oltre 50 curiosi camminatori che hanno colto al volo l'opportunità concessa dal Museo di Ca' Martì e dalla famiglia Maggi, l'attuale proprietaria della grande struttura. A Carenno l'ex albergo viene spesso chiamato anche "Il convento".
La chiesetta dell’albergo
E' stato in servizio fino al 1931 e successivamente è stato acquisito dal Seminario di Venegono che, fino al 1985, lo ha usato come luogo di ritiro estivo per gli aspiranti sacerdoti. Da allora però è rimasto chiuso e semi-abbandonato. Il tempo si è fermato ad un'epoca che non c'è più.Luca Rota
Lo scrittore - e profondo conoscitore delle montagne e della storia locale - Luca Rota ha raccontato la storia e le storie dell'albergo, facendo assaporare a tutti i presenti l'atmosfera che 100 anni fa riviveva tra quelle stesse mura oggi abbandonate.Le cucine
"L'hotel già a inizio '900 era elettrificato e ben presto arrivò persino il telefono. Gli ospiti - da 30 a 50 - avevano a disposizione solarium, cucina, ristorante, stireria, una chiesetta. Arrivava - portato da Carenno - il "Corriere della Sera" in modo che fossero sempre aggiornati durante i loro lunghi soggiorni. Ogni venerdì veniva inoltre portato il pesce persico da Lecco" ha spiegato Rota.Alcuni degli affreschi
Cartoline d'epoca
Nicola Pigazzini
Grazie al prezioso lavoro di recupero effettuato dagli Amici di Ca' Martì è stato possibili visitare - non lontano dall'hotel - la grande calchera realizzata per produrre la calce durante la costruzione dell'immobile ma anche una cava di sabbia naturale utilizzata dagli abitanti del luogo per la costruzione delle tradizionali cascine.La cava di sabbia
Inserita all'interno della rassegna "Abitare la terra. Dai saperi tradizionali all'edilizia sostenibile", il Museo Ca' Martì di Carenno ha battezzato la manifestazione "Storie in cammino tra semplici cascine e grandi alberghi": è stato un viaggio nel mondo dei benestanti ma anche in quello, fatto di sacrificio e fatica, dei contadini e dei muratori carennesi.
Paolo Valsecchi