Garlate: dichiarata fallita la società titolare dell'area del campeggio. Continuano le verifiche 

Soltanto pochi giorni fa il TAR ne aveva accolto il ricorso, sospendendo l’ordinanza sindacale con cui il sindaco Giuseppe Conti aveva imposto l’interruzione dell’attività della struttura e rinviando la discussione all’udienza del prossimo 12 settembre. Peccato che, nel frattempo, l'impresa intestataria del Camping Village Riviera di Garlate sia stata dichiarata fallita, perdendo il “titolo” per portare avanti il ricorso che è dunque passato nelle mani della società che gestisce il campeggio, la “Solelago”.


L'ingresso del Camping Village Riviera

“Abbiamo avuto la notizia dall’architetto scelto dal curatore fallimentare per la perizia dei beni” ha spiegato il sindaco Giuseppe Conti, che ha colto l’occasione del Consiglio Comunale di venerdì per riassumere e chiarire – su sollecitazione scritta del gruppo di minoranza – la questione relativa al campeggio sulle rive del lago, che lo scorso 12 luglio era stato formalmente dichiarato inagibile. “Nonostante la sospensione della mia ordinanza, martedì il nostro ufficio tecnico ha effettuato un altro sopralluogo sul posto: al momento non abbiamo nessuna certezza in merito allo smaltimento delle acque provenienti dalle varie “casette”, mentre sappiamo che molto probabilmente ci sono alcune opere abusive, dal momento che quegli scarichi fognari non hanno mai ricevuto nessuna autorizzazione. Ora non resta che attendere le decisioni del curatore fallimentare”.
Una volta accolto il ricorso da parte del TAR, il Camping Village Riviera aveva continuato a portare avanti la propria attività, scongiurando il rischio di dover sgomberare – entro il termine di cinque giorni previsto dall’ordinanza del sindaco – tutti i propri ospiti, circa un centinaio: nella struttura vi sono anche due residenti sul territorio di Garlate, il proprietario dell'area Marco Alessandro Doni e Ada Mesiani, titolare della società “Solelago” che ne ha in carico la gestione. Di fatto, però, il campeggio risulta ora nelle mani del curatore fallimentare, che potrebbe anche decidere di metterne i beni all’asta.
B.P.
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