L’Endoscopia digestiva di Lecco e Merate potenzia le sedute per tagliare i tempi d’attesa e smaltire le code del “lockdown”

Ogni ospedale, accanto alle prestazioni ordinarie, ha una punta di eccellenza capace di intercettare la domanda mirata con effetti poi sull’intero presidio. Il San Leopoldo Mandic ha avuto nel tempo le sue eccellenze con Pediatria, Radiologia, Rianimazione, Chirurgia, Ginecologia. Il passaggio dall’Ussl all’Asl, con la creazione delle aziende ospedaliere ha inevitabilmente penalizzato l’ospedale di Merate a vantaggio del più grande presidio di Germanedo. La dirigenza di stanza a Lecco, la debolezza sostanziale dei direttori medici di presidio, venuta meno la figura del direttore amministrativo, e il malcelato disinteresse delle istituzioni locali hanno contributo alla compressione progressiva dello standard di prestazioni storicamente erogate dal nosocomio di via Cerri. L’impegno dei primari è fuori discussione ed è grazie a loro, a medici, infermieri, oss e personale ausiliario che l’ospedale regge nonostante i continui tagli e gli striscianti trasferimenti di uomini e prestazioni da Merate a Lecco.

La premessa ci è necessaria per presentare un servizio che, al contrario, grazie al lavoro dei medici e della squadra di infermieri, sotto la regia del primario, sta crescendo in quantità e qualità di prestazioni: l’Endoscopia digestiva, inquadrata non soltanto nel presidio meratese ma in tutta l’azienda socio-sanitaria territoriale di Lecco.

L’emergenza epidemica da covid-19 ha comportato un cambiamento significativo delle attività normalmente svolte nei reparti di endoscopia digestiva diretti dal dottor Fabrizio Parente. Dal momento in cui è iniziata la diffusione incontrollata del virus si è reso necessario in tutto il Paese, e a maggior ragione nelle zone a più alto indice di contagio quali la Lombardia, limitare le indicazioni per le procedure endoscopiche alle sole emergenze (per esempio emorragie gastro-intestinali, estrazione di corpi estranei, etc.) e alla cura dei tumori.



Il dr. Fabrizio Parente

Ciò ha ovviamente comportato la temporanea sospensione di tutte le procedure routinarie considerate, appunto, non urgenti. Tale riorganizzazione è stata messa in atto sia allo scopo di ridurre il rischio di trasmissione da paziente a paziente e da paziente ad operatore sanitario (essendo l’endoscopia digestiva una procedura ad alto rischio di trasmissione dell’infezione sia per l’aerosol che si genera durante gli esami a carico del tratto digestivo superiore che per la possibile trasmissione feco-orale) che per l’assoluta necessità di impiegare i medici gastroenterologi ed il personale infermieristico dell’endoscopia nei reparti COVID 19 sovraffollati. Infatti, nel periodo dell’acme epidemica (marzo, aprile 2020) i reparti di Endoscopia digestiva di alcuni ospedali lombardi sono stati addirittura chiusi per l’alto numero di medici ed infermieri contagiati. Fortunatamente, le endoscopie digestive di Lecco e Merate sono sempre rimaste funzionanti durante il lockdown, nonostante che alcuni medici gastroenterologi fossero in attività anche nei reparti COVID 19, potendo quindi garantire tutte le procedure endoscopiche urgenti e quelle oncologiche.
 


 La progressiva ripresa dell’attività routinaria, avvenuta da giugno, ha dovuto necessariamente tener conto oltre che dei tempi per le prestazioni cliniche ed endoscopiche abituali anche di quelli connessi specificamente alla problematica coronavirus: triage anamnestico, vestizione e svestizione con adeguati DPI, sanificazione ambientale tra una procedura e l’altra, nonché dell’adeguato distanziamento fisico e temporale dei pazienti nelle sale di attesa e risveglio post-esame, comportando un allungamento degli slot per gli esami e la conseguente riduzione del numero di procedure effettuate quotidianamente.
 Dalla metà di giugno l’attività delle due strutture di endoscopia dell’ASST di Lecco è ritornata a regime, con la ripresa dell’attività clinica ed endoscopica anche di tipo non urgente (le cosiddette richieste in fascia P-programmabile) ripristinando circa il 75-80% dell’attività clinico/endoscopica effettuata in epoca pre-pandemia.



Tuttavia, l’interruzione forzata delle attività programmate durante la fase di emergenza covid-19 ha indubbiamente comportato enormi disagi per i pazienti per i quali erano previste prestazioni gastroenterologiche (visite o procedure endoscopiche non urgenti) non erogate a causa del “confinamento”.  Tali prestazioni, quantificabili in circa 250 Esofagogastroduodenoscopie e 130 Colonscopie, vanno gradualmente riprogrammate ed inoltre vanno garantite le nuove prestazioni con particolare riguardo all’appropriatezza prescrittiva (garantendo le tempistiche corrette per le indicazioni cliniche appropriate).
Per facilitare la gestione di questa grande mole di lavoro, a partire dal mese di settembre 2020, le due strutture di Endoscopia Digestiva dell’ASST hanno attivato delle liste supplementari pomeridiane ambulatoriali di Esofagogastroduodenoscopia per un totale di 60 slot addizionali/mensili e, dal mese di ottobre, liste supplementari di Colonscopia per un totale di 24 slot addizionali/mensili. Ciò permetterà, nell’arco di alcuni mesi, di recuperare le prestazioni non erogate durante il lockdown.



Il dottor Luca Pastore e il dottor Antonio Armellino

La dotazione strumentale dell’Endoscopia digestiva di Merate è stata inoltre recentemente potenziata con l’acquisizione di un nuovo colonscopio sottile ad alta definizione (cosiddetto “pediatrico”), sino ad ora disponibile solo a Lecco, che consentirà di effettuare l’esame endoscopico anche nei pazienti “difficili” (ovvero con intestino rigido per aderenze post-chirurgiche, diverticolosi severa, etc.) che dovevano altrimenti essere inviati a Lecco per la procedura.

E’ inoltre in fase di acquisizione (in parte con fondi derivanti, da donazioni private in parte finanziato dall’Azienda Ospedaliera) un nuovo Ecoendoscopio Digestivo di ultima generazione, essenziale per la corretta stadiazione dei tumori digestivi e per le procedure diagnostico/operative sul pancreas e sulle vie biliari.

Per consolidare ulteriormente questa ripresa di attività, sarebbe auspicabile a questo punto, un significativo rinforzo dell'organico medico/infermieristico per poter ridurre ulteriormente le liste di attesa per esami endoscopici anche non strettamente correlate allo slittamento causato dall' emergenza sanitaria, in modo di poter soddisfare a pieno le esigenze territoriali in tema di prevenzione oncologica.

Potenziare l’organico e la strumentazione consentirà ai reparti di Lecco e, soprattutto, Merate di classificarsi come eccellenza territoriale, favorendo poi il processo di attrattività che rende positivo il saldo migratorio tra residenti che escono dalla provincia e pazienti fuori provincia che chiedono prestazioni ai nostri ospedali.
Claudio Brambilla
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