Galbiate: 101 primavere a Villa Serena per la signora Gigliola Favretti. Il racconto della sua lunga vita

Festa grande quest'oggi alla RSA Villa Serena di Galbiate: la signora Gigliola Favretti ha tagliato infatti il traguardo delle 101 primavere. E' nata infatti il 21 maggio 1920. A celebrarla, come si deve, i parenti - incontrati grazie alla stanza degli abbracci allestita presso la struttura - e il personale della casa di riposo che, al taglio della torta, ha perfino esploso dei coriandoli colorati per rendere ancor più gioioso questo compleanno ultracentenario, festeggiato circondata dagli altri ospiti.
Milanese, Gigliola Favretti nella sua lunga vita, ha lavorato - giovanissima - al Il Popolo d'Italia e poi, dopo la guerra, alla Vibram, azienda che ancora oggi lega il suo nome alle suole in gomma. Sposata con Gerardo Napoli, è sempre stata circondata dall'affetto degli amati nipoti.
Di seguito un sunto, raccontato in prima persona e raccolto dal servizio animazione di Villa Serena, dei suoi "primi" 101 anni.
Favretti Gimignano aveva sposato Clelia Ortolani e abitavano in affitto in un bell’appartamento di un condominio signorile a Greco Milanese oggi frazione di Milano. Lavorava come tecnico elettromeccanico ed era capo officina. Aveva studiato come perito industriale. Dal loro matrimonio sono nate tre figli femmine: Giuseppina nel 1914, Elisa nel 1916 e infine io l’ultima nel 1920. Mi diedero il nome di Gigliola. Tutte e tre le sorelle abbiamo studiato fino alle scuole medie e poi io in particolare ho seguito dei corsi di arte, pittura e ceramica. In casa avevamo imparato a ricamare e vendevamo ad un famoso negozio i nostri lavori. Il mio primo lavoro con mia sorella Giuseppina poco prima della guerra lo trovammo al giornale fascista: Il Popolo d’Italia. Eravamo addette alla redazione. Non avevamo particolari idee politiche era un normale lavoro. Erano i così detti tempi del consenso e le idee politiche andavano in quella direzione. Neppure nostro padre si era mai iscritto al partito fascista o a nessun altro partito.
Poco prima della guerra avevamo ospitato due ragazzi per gli studi, erano lontani parenti che ci avevano chiesto ospitalità. Nel 1943 in un giorno come tanti altri ci siamo trovati in casa la polizia segreta fascista la MUTI e messi tutti al muro con le mani alzate ci accusavano di ospitare partigiani. Trovati i nostri due ospiti durante la perquisizione le cose si stavano mettendo male ma fortunatamente il tenente che stava controllando i documenti scoprì che lavoravamo per il giornale e cambiò atteggiamento. Lasciarono la nostra abitazione con l’unico obbligo per i due nostri ospiti di presentarsi l’indomani al comando per accertamenti. Il mattino seguente a casa nostra dei due ragazzi non c’era più traccia. Eravamo in piena guerra e si viveva nella paura.
Giuseppina si era sposata nel 1939 con Edoardo Ziliotto e avevano avuto due bambini il primo figlio Vittorio viveva con noi, era nato nel 1940 mentre la seconda figlia Fiammetta nel 1941 era con la mamma. Molte ragazze della nostra età tenevano corrispondenza con i militari al fronte che dovevano essere sostenuti, si chiamavano: “amiche di penna” e spesso si creavano legami importanti come quello tra mia sorella Elisa con Antonio Cambria siciliano di Milazzo che arruolato fu prigioniero in Albania, Grecia e Russia. Durante gli anni della guerra e della prigionia riuscì a tenere un contatto postale. Finita la guerra venne a trovarci a casa per conoscere e ringraziare Elisa che nel 1946 lo sposò. Abitarono per qualche tempo con noi e poi quando Antonio divenne maestro di scuola trovarono casa e nel 1949 nacque Cristina la loro figlia.
Appena finita la guerra trovai lavoro come segretaria in una fabbrica della zona: VIBRAM che produceva gomma per le scarpe. Ho sposato Gerardo Napoli nel 1950 ma noi non abbiamo avuto figli. Mia sorella Giuseppina è rimasta vedova nel 1949 con due bambini. Siamo stati una famiglia unita. Ho voluto molto bene ai nostri tre nipoti e una vicinanza particolare a Vittorio il primo nipote maschio che come tale è stato un pò più coccolato.
Un ricordo vivo ancora nella nostra memoria è il bombardamento della scuola di Greco e le luci dei razzi che illuminavano il cielo di notte per individuare gli aerei degli alleati che bombardavano Milano alla ricerca di obiettivi bellici ma che spesso fecero stragi di civili, come i poveri bambini che furono sepolti sotto le macerie della loro scuola elementare di Greco. L’aereo che sganciò la bomba lo fece per alleggerirsi e tornare in salvo alla sua base aerea, ma la bomba cadde su quella scuola e oggi un Memoriale ricorda quella strage di Innocenti, loro e le maestre. Le bombe cadevano dappertutto e ricordo quella che uccise un nostro condomino all’angolo tra la via Lambrate, dove noi abitavamo, e la via Leoncavallo.
Poi sono arrivati tempi più belli ed eccomi qui ora a festeggiare i miei primi 101 anni.
