Garlate: in due a processo per il fallimento della Fratelli Greppi srl, uno è un bancario

La sede di Garlate della Fratelli Greppi in una foto scattata prima del fallimento
Bancarotta particolare quella approdata nel primo pomeriggio odierno all'attenzione del collegio giudicante del Tribunale di Lecco (presidente Enrico Manzi, a latere le colleghe Nora Lisa Passoni e Martina Beggio). Al centro dell'attenzione il crac della Fratelli Greppi srl, storica realtà con sede a Garlate, attiva nel settore della commercializzazione di motocicli, dichiarata fallita nel giugno del 2014. A giudizio non solo la signora F.G. classe 1963, quale membro del consiglio d'amministrazione dell'impresa ma anche un funzionario di banca, il dr. G.B.B., trascinato a processo da un'operazione di iscrizione volontaria.
Tre i testimoni chiamati a deporre in apertura di istruttoria dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare di un fascicolo originato in sede civile. Uno di questi, fratello dell'imputata e liquidatore di altra realtà riconducibile alla famiglia – la Greppi Auto – si è avvalso della facoltà di non rispondere, lasciando dunque al curatore dr. Piero Guerrera e al maresciallo della Guardia di Finanza Pietro Attardo il compito di introdurre i giudici nella cornice di una vicenda che, è facile immaginare, sarà più compiutamente tratteggiata nel proseguo dei lavori.
Già oggi è stato – spannometricamente – quantificato dal curatore in circa 4.5 milioni di euro il passivo della Fratelli Greppi srl, con 4.2 milioni di euro riconducibili ad una Banca, insinuatasi per 3.5 milioni circa quale credito ipotecario e per 702.000 euro al chirografo, ottenendo una soddisfazione parziale pari a 2.5 milioni frutto della vendita di un immobile sito a Malgrate.
Tale complesso – sempre secondo quanto riferito dal dr. Guerrera – sarebbe stato acquistato, accedendo un mutuo, dalla fallita ante 2012 per avviare una nuova concessionaria di auto, poi mai aperta a seguito dello sfilarsi dal progetto di Honda, partner nell'iniziativa che avrebbe fatto marcia indietro, arrivando a revocare alla società di Garlate il marchio anche per quanto attiene le moto.
Necessitando – evidentemente – di liquidità, nell'aprile 2012, con decisione presa dal cda, costatata l'imputazione per bancarotta distrattiva a F.G. (assistita dall'avvocato Roberto Zingari oggi sostituito dalla collega Giada Ammirati), la Fratelli Greppi avvia la pratica per chiedere l'apertura di credito per 750.000 euro. Di questi 235.000 euro sarebbero stati poi “riscossi” attraverso il meccanismo del finanziamento soci dal Presidente (nel frattempo deceduto) che effettivamente vantava un credito, per ripianare un debito bancario di altra società, la già citata Greppi Auto.
Il tutto, attraverso una ipoteca sull'immobile di Malgrate. Da qui la “chiamata in causa” del dr. G.B.B. che, stando al quadro accusatorio chiaramente ancora tutto da provare, tramite quella iscrizione volontaria ad acque già agitate, avrebbe posto la Banca in una condizione di vantaggio rispetto agli altri creditori, con i chirografari (e dunque i fornitori) poi effettivamente rimasti, dopo il crac, senza copertura.
Fissato per il prossimo 16 settembre il proseguito dell'istruttoria. Ancora tanti gli elementi da lumeggiare.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.