Calolzio,consiglio straordinario sulla Lecco-Bergamo. Chieste risposte (che non si hanno)

Era dai tempi delle “zone rosse” che non si vedeva così tanta gente in consiglio comunale. Seduta (straordinaria) da tutto esaurito quella di ieri sera a Calolziocorte, con prese di posizione anche da parte del pubblico, in parte “politicizzato” ed in parte toccato nel vivo dalla questione e dunque desideroso di essere informato, criticando l'amministrazione per non aver convocato prima i diretti interessati per notiziarli face to face di ciò che potrebbe accadere alle loro proprietà. In trattazione, infatti, un unico, spinoso, tema assolutamente d'attualità pur di competenza non strettamente comunale e pur ancora “in divenire”: la Lecco-Bergamo.
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Alle 20.30 spaccate, con già diversi cittadini rimasti in piedi con l'esaurirsi dei posti a sedere, il sindaco Marco Ghezzi, arrivato a convocare l'assise su richiesta delle minoranze, ha iniziato a sintetizzare il pregresso per arrivare poi all'oggi e dunque alla decisione, dello scorso novembre, del Commissario straordinario per le opere connesse alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 – nel frattempo a sua volta, in un gioco di parole ripetuto più volte nel corso della serata, commissariato - di mandare avanti, tra le tre ipotesi progettuali messo sul piatto, quella che più ricalca all'originale disegno delineato, a suo tempo, della Provincia di Lecco, con i lavori, poi arenatisi andando in contenzioso con l'impresa appaltatrice: 2.5 km di galleria tra Chiuso e la tangenzialina di Calolzio, per 230 milioni di spesa. Cambiano però la larghezza complessiva della canna portata a 10 metri e il sistema di consolidamento dello scavo, previsto da Villa Locatelli in orizzontale e oggi invece immaginato attraverso palificazioni dall'alto, con Corso Dante quale spartiacque tra area problematica (a valle) a causa delle caratteristiche del fondo e l'area a monte dove tutto dovrebbe filare liscio.
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Già accantonato il grosso delle risorse necessarie, residuano da stanziare – da parte del CIPE (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) - circa 70 milioni. E proprio l'assicurata copertura economica, è posta alla base della necessità, ribadita dal sindaco, di non perdere questo treno, legato alle Olimpiadi (pur avendo già la consapevolezza che l'opera non sarà mai pronta in tempo per i Giochi, essendo ancora da delineare la progettazione definitiva e prevedendo poi almeno tre anni di lavori).
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Hanno chiesto invece di “scendere” entrambe le opposizioni. Sonia Mazzoleni per Calolzicorte BeneComune nel riaffermare le motivazioni che hanno spinto il suo gruppo a chiedere la convocazione di un consiglio straordinario ha rimarcato la contrarietà non all'intervento in sé quanto all'intervento per come prospettato, chiedendo una riprogettazione che tenga conto anche della necessità di spostare lo sblocco dal Lavello a Sala, includendo dunque anche il “lotto 2” ad oggi non finanziato (costo stimato almeno altri 60 milioni).
In parte sovrapponendosi alla collega, Diego Colosimo di Cambia Calolzio, ha criticato il metodo con cui le scelte sono state prese – calando un progetto dall'alto – bollando poi il costo dell'opera come “eticamente inaccettabile”, anche perché per come immaginata la stessa è evidentemente non risolutiva per il capoluogo della Val San Martino, convogliando il traffico e l'inquinamento in una zona sensibile (per la presenza oltre che del Lavello, di realtà come il Rota, il palazzetto, l'asilo nido e il cimitero). Senza considerare poi - ha aggiunto toccando l'aspetto più d'interesse per i cittadini presenti - l'assenza di garanzie per chi subirà direttamente danni legati al cantiere.
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Ricapitolando nuovamente il contenuto del carteggio con il Commissario straordinario con le richieste avanzate dall'amministrazione per chiedere di orientare le decisioni sulla soluzione meno impattante per i calolziesi e tutele per chi avrà “svantaggi”, Ghezzi ha ribadito – sostenuto anche dal consigliere Fabio Mastroberardino – come un'alternativa alla viabilità attuale sia invocata dal territorio da anni, in considerazione anche dei volumi di traffico, con 25.000 veicoli in transito ogni giorno e come sia altrettanto necessario mentre si porta avanti la variante San Girolamo (la Chiuso-Lavello) lavorare anche perché si arrivi a finanziare anche il lotto 2 (Lavello-Sala).
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Cartina alla mano, poi, spinto dall'incalzare del pubblico, ha mostrato quali potrebbero essere – il condizionale è d'obbligo avendo in mano solo un progetto di massima – gli edifici interessati da espropri (9 in tutto, due o tre residenziali) e quelli inseriti in una ipotetica fascia “di rischio”, scaldando la platea.
E se qualcuno ha chiesto in generale qual è il vantaggio per Calolzio, non lasciandosi convincere dalla parole del sindaco, qualcun altro ha iniziato a chiedere per il rogito della figlia o per il futuro del proprio capannone, invocando chiarezza e chiedendo più informazioni di quelle a disposizione della Giunta, da sempre restia nell'entrare nei dettagli di una operazione non ancora delineata, in assenza della progettazione definitiva. “Per non creare inutili allarmismi” la motivazione da sempre addotta da Ghezzi, ora però messo alle strette. Riceverà chi si ritiene toccato dalla questione, sperando di ricevere a sua volta – a giorni – risposte da chi di competenza. Ciò che è certo è che si è venuta a creare una situazione d'attesa che genera solo ansie, una situazione di stasi con edifici sottoposti a vincoli e altri già ora penalizzati pur in assenza di certezze.
“Lasciamo fuori la politica” l'ultimo invito rivolto però alle minoranze.

A.M.
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