La mia libertà finisce dove comincia la vostra

Egregio Presidente Nazionale GayLib,
ho letto con attenzione il suo intervento e penso, abbia perso un’occasione, richiamando circostanze non conferenti, per un confronto civile, democratico e leale.
In primo luogo, il mio intervento era ed è personale (anche se il personale è politico….) ed il suo richiamo all’adesione ad un partito politico od a responsabilità in un partito politico, mi scusi, ma non La riguarda nel presente contesto perché inopportuna (soprattutto quando, come nel mio caso, non è stata dichiarata…). Ribadisco pertanto che il mio non è stato un intervento nel ruolo che mi viene da Lei attribuito, ma un intervento da libero cittadino che vive e lavora sul territorio italiano, come tanti, ritiene che la manifestazione pubblica di idee debba essere rispettosa delle altrui sensibilità e soprattutto della crescita emotiva di bimbe e bimbi minori: “La mia libertà finisce dove comincia la vostra” sono le parole di Martin Luther King e già presente in Kant.
Le molteplici manifestazioni delle donne che negli anni e nei secoli si sono succedute per reclamare il giusto diritto di voto e di parità non sono mai trascese in volgarità e non hanno mai necessitato di insensibili quanto inopportune “immagini”, che nella fattispecie, come da me evidenziato, sono state acquisite dal sito Lecco Pride 2024: https://www.leccopride.it/foto-2024/  e non scattate in modo fazioso.
Ritengo con forza che il dibattito sulle idee possa prescindere da comportamenti (come peraltro pubblicizzati dal vostro sito ed annualmente riproposti nelle vostre manifestazioni pubbliche) che sono inutilmente provocatori e di cattivo gusto e nei bambini che, da anni nella mia attività professionale ho avuto l’opportunità di conoscere ed incontrare, sono fonte di “confusione”.
Ribadisco che il suo intervento evita il confronto sulle idee ed il suo richiamo ai principi che caratterizzano la mia professione ed i principi etici che la fondano, Le assicuro, sono ben radicati in me, ma soprattutto vissuti quotidianamente.
Ed è proprio pensando ai minori, alla loro serena crescita emotiva ed affettiva che ho ritenuto necessario confortare e sostenere l’intervento del Sindaco di Malgrate (e ora anche dal consigliere comunale di Lecco Filippo Boscagli) che hanno avuto il coraggio di ribadire che manifestare diritti non è sinonimo di “a tutti i costi”.
Ribadire di avere dei diritti non può essere motivo per censuare, delegittimare o ancor peggio, deridere, l’opinione altrui e soprattutto, ribadire di avere dei diritti non significa censurare ogni possibilità di confronto franco e leale od essere sottoposto ad ingiuriose quanto inopportuni richiami a chiesa…bibbia…catechismo…
Nel merito Le pongo alcune domande: “Siamo così certi e convinti che i bambini non abbiano necessità di figure identitarie maschili e femminili per affermare la propria identità? Perché rispetto a questa questione, delicata e irrisolta, ci si nasconde senza affrontarla, sotto il principio che si ha diritto di avere figli (sempre, comunque e nonostante…) senza porci più il problema dei diritti dei bambini? Diritti quasi sempre, in questa fattispecie, senza voce.
Occorre ricordare che il bene del figlio viene prima del desiderio degli adulti di essere genitori.
È ovvio che ogni bambino ha diritto di essere amato: amato dai propri genitori naturali, perché per affermare il diritto di un adulto, si negano ai bambini i genitori naturali? Come invece prevede il diritto naturale, la Costituzione e la Convenzione di NY?
E quanto all’adozione, i genitori adottivi seguono un percorso intenso ed introspettivo che permette loro di affrontare una piena genitorialità, che offre nell’incontro con il figlio, ciò che è naturale: essere madre e padre.
La psicologia dell’età evolutiva (da 0-3 anni) da sempre insegna che due sono i meccanismi attraverso cui si struttura l’identità di sé: identificazione e differenziazione.
Il bambino, maschio, nella figura paterna identifica, riconosce il proprio sé corporeo, quindi anche il proprio sé sessuale. Contemporaneamente struttura la propria identità attraverso il meccanismo di differenziazione con la mamma. Riconoscendosi e imparandosi uguale al padre e diverso rispetto alla madre, il bambino struttura la propria identità che è la prima pietra nella costruzione della personalità.
Concludo, diversamente dai suoi saluti sig. Luca Maggioni, con gentilezza e con sincera, serena cordialità
Bianchini dott. Enrico
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