UP – seconda stagione/13: in trasferta al Rifugio Pian Cavallone in Val Grande

Questa settimana per la rubrica UP – Un Percorso proponiamo un’escursione un po’ particolare. È in tutto e per tutto simile a tante altre camminate già proposte in precedenza: c’è il panorama sul lago, ci sono dei bei sentieri tra boschi e crinali, c’è un rifugio. C’è solo una “piccola” differenza: la regione è un’altra! Infatti oggi ci spostiamo in Piemonte, tra le montagne alle spalle del Lago Maggiore, e vi portiamo al Rifugio Pian Cavallone nel Parco Nazionale della Val Grande. Ma un po’ di Lecco c’è anche qui: il rifugio è infatti gestito da Luca Volpe, classe 1998 originario di Ballabio.
Dal nostro capoluogo al punto di partenza dell’escursione c’è un po’ da guidare (circa due di auto, per la precisione). Itinerario consigliato? Da Lecco seguire la SS36 fino ad Arosio, quindi la Novedratese fino a Lentate sul Seveso, Pedemontana fino a Gallarate, diramazione A8-A26 e infine la A26, direzione nord, fino all’uscita di Baveno/Stresa (si fa prima a farlo che a scriverlo). Si costeggia un tratto di Lago Maggiore e, poco prima di Verbania, si inizia a salire su strade di montagna fino al Comune di Miazzina. Quindi con un ultimo tratto di strada arriviamo all’Alpe Pala (dove troviamo un bar/ristorante per una tappa caffè/bagno prima di partire) e infine giungiamo alla località Cappella Fina, da dove parte l’itinerario ad anello che consigliamo di percorrere per il Rifugio Pian Cavallone (la Cappella Fina si trova su Google Maps, qui).
Partenza e arrivo: loc. Cappella Fina, Miazzina (VB)
Lunghezza: 12,5 km
Dislivello: 650 metri
Durata totale: 4 ore minuti
Difficoltà: Medio
Adatto ai bambini: dai 10 anni



Nei pressi della Cappella Fina troviamo un parcheggio sterrato dove lasciare gratuitamente l’auto. Dalla parte opposta del parcheggio rispetto a quella da cui siamo arrivati inizia il nostro cammino. Superiamo una stanga e, rimanendo alti, procediamo in blanda salita su un largo tracciato, seguendo le chiare indicazioni per il Rifugio Pian Cavallone. Ignoriamo le poche deviazioni che troviamo. Dopo circa 20 minuti di salita la strada sterrata diventa un sentiero che, sempre con pendenze blande, procede a mezza costa tagliando il fianco del Pizzo Pernice. In questo tratto inizia ad aprirsi il panorama, regalandoci bellissimi scorci sul Lago Maggiore.
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Quando è passata all’incirca un’ora dalla partenza, attraversiamo un bel bosco di conifere e arriviamo a un incrocio. Da una parte si prosegue per il Pian Cavallone, ma qui consigliamo una deviazione davvero meritevole per la vetta del Pizzo Pernice (1.506m slm). Al bivio svoltiamo nettamente a sinistra e risaliamo al Colle Magente, dove confluiscono sentieri provenienti da altre parti della Val Grande e dove possiamo ammirare una bella vista sulle aspre montagne del Parco.

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Iniziamo ora a risalire un crinale erboso, un po’ ripido in alcuni tratti, che in circa 20 minuti ci fa guadagnare la cima del Pizzo Pernice. Qui la vista è davvero spettacolare! Il panorama sul Lago Maggiore è davvero molto aperto e bello. Inoltre il panorama spazia sulle montagne circostanti, compreso il vicino Monte Rosa.
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Dopo aver ammirato a dovere il panorama, scendiamo seguendo lo stesso sentiero fino a tornare al Colle Magente. Ora procediamo in direzione opposta rispetto al Pizzo Pernice e ci ricongiungiamo in breve con il sentiero da cui proveniamo. Risaliamo ora un altro crinale, anch’esso un po’ ripido. Il sentiero è sempre largo e ben battuto. In breve (circa 20 minuti dal Colle Magente) raggiungiamo la sommità del Pian Cavallone. Troviamo il bivacco invernale del rifugio (che ormai è molto vicino) e i ruderi di un albergo diroccato. Qui possiamo rimanere sul sentiero da cui proveniamo, oppure guadagnare la sommità erbosa dove è posta una grande croce. A questo punto, seguendo un sentiero nei prati, con modesta discesa raggiungiamo la Cappella Vergine delle Grazie e da lì, in pochi minuti, il Rifugio Pian Cavallone (1.530m slm) che è ben visibile davanti a noi. Dalla partenza sono trascorse circa 2 ore.
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Anche dal rifugio la vista sul Lago Maggiore è molto bella. Inoltre, nelle giornate limpide, guardando a est è possibile individuare la sagoma delle “nostre” Grignetta e Grignone.
Sosta per rifocillarsi in rifugio d’obbligo. Dopodiché possiamo riprendere il cammino chiudendo un ampio giro ad anello.
Dal rifugio scendiamo con il sentiero (leggermente ripido nei primi metri) che va verso la Cappella Porta, un altro possibile punto di partenza per l’ascesa al Pian Cavallone.
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Proprio sotto il rifugio svoltiamo nettamente a destra e a questo punto il sentiero è uno solo. Il tracciato attraversa dei boschi molto belli di abeti. In alcuni punti, in discesa, i segnavia dipinti sui sassi ci aiutano e tenere la rotta giusta. Il percorso alterna tratti quasi pianeggianti ad altri di discesa più ripida. Quando è passata circa un’ora dal rifugio la discesa finisce e ci troviamo nei pressi di una cabina dell’acquedotto. Qui svoltiamo nettamente a destra prendendo la pista tagliafuoco in direzione Cappella Fina.
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Inizia ora un lungo tratto di saliscendi, un po’ monotono ma comunque (verso la fine) con dei bei panorami sul lago. Inizialmente il tracciato è largo e comodo, poi successivamente in alcuni punti diventa un sentiero un po’ stretto e leggermente scosceso. I tratti “brutti” comunque sono brevi e la maggior parte del percorso è su un tracciato largo e con pendenze quasi nulle. Dopo circa mezz’ora così, il percorso torna ad essere una pista agrosilvopastorale. Continuiamo oltre e, con un’altra mezz’ora ancora di cammino, sbuchiamo infine al parcheggio di Cappella Fina da cui siamo partiti (circa 4 ore totali di cammino, al netto di pause e soste).
Michele Castelnovo – Guida ambientale escursionistica – www.trekkinglecco.com
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