Lecco, sottopasso di via Capodistria: la risposta del Comune. E 6 nuove domande
Il Comune risponde alla "sollecitazione" dell'ingegner Piergiorgio Locatelli - "commentata" anche dalla consigliera comunale Lorella Cesana, esponte di Lecco Ideale - circa l'esclusione dall'imponente pacchetto di lavori in corso lungo la tratta ferroviaria Lecco-Tirano dell'allargamento del sottopasso di via Capodistria, strozzatura nella connessione tra il lungolago e viale Turati.
Una nota, quella fatta pervenire alla Redazione dall'amministrazione che lascia aperti diversi interrogativi, sintetizzati in una serie di domande che abbiamo provveduto a inoltrare a nostra volta agli Uffici, per non lasciare spazio a dubbi interpretativi e allargare il discorso ad altri interventi, elencati come "desiderata" in documenti del Comune stesso, direttamente collegati alle "interferenze" tra la linea ferroviaria e la viabilità locale.
Di seguito, quindi, la risposta ricevuta e, in chiusura, i quesiti in attesa di risposta.

LA NOTA DEL COMUNE
Spettabile Redazione,
in riferimento agli articoli relativi alla mancata inclusione del sottopasso di via Capodistria nei lavori della tratta ferroviaria Lecco-Colico, l’Amministrazione comunale intende fornire alcuni chiarimenti.
Rete Ferroviaria Italiana (RFI), nell’ambito del piano di investimenti attualmente in corso, ha individuato come priorità strategica il miglioramento dell’accessibilità e della funzionalità della stazione di Lecco, con interventi di riqualificazione dei marciapiedi, del fabbricato viaggiatori e del sottopasso interno alla stazione, per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il sottopasso di via Capodistria, si precisa che, nelle proficue interlocuzioni da sempre in atto, il Comune di Lecco ha richiesto a RFI di valutare l’inserimento del suddetto sottopasso nel piano attuale di interventi: l’azienda ha ritenuto di non includere l’opera in questa prima fase, in quanto non direttamente interferente con la funzionalità della linea ferroviaria e non compatibile con le tempistiche imposte da Milano-Cortina 2026.
La realizzazione dell’opera è stata demandata da RFI a un futuro secondo lotto di lavori, ancora da programmare, il quale potrà includere anche la chiusura del passaggio a livello di via Fra’ Galdino a Pescarenico, punto critico per la sicurezza e la fluidità del traffico urbano, e una contestuale apertura di un nuovo sottopasso in via Rosmini (collegamento via Mons. Polvara).

LE NOSTRE DOMANDE:
1. Come da voi indicato, l'allargamento del sottopasso di via Capodristria si è rivelato "non compatibile con le tempistiche imposte da Milano-Cortina 2026". Quando è stata avanzata la richiesta? E quanti mesi di lavoro comporta un'operazione del genere? (il retropensiero, senza girarci intorno è: come può essere compatibile con le tempistiche il rifacimento completo dell'infrastruttura di Mandello e non quella di via Capodistria, al netto dell'interferenza o meno con la funzionalità della linea. Tra l'altro intervenire in un secondo momento comporterà dunque una nuova chiusura totale della LC-SO, per quanto? Questione diversa per il secondo intervento che citate, essendo "a valle" della stazione ferroviaria e dunque della tratta ora interdetta alla circolazione per i cantieri olimpici)
2. Nel progetto predisposto dal comune per l'allargamento del sottopasso di via Capodistria sottoposto a RFI è inclusa già anche la rotonda sul Lungolario Piave prevista nel PGTU e a cui vi è un richiamo anche nel PUMS (paragrafo 5.3)? Qualora le interlocuzioni con RFI avessero dato esito diverso con l'inserimento del progetto nei cantieri olimpici, le risorse per il rondò erano state accantonate?
3. Sempre i documenti citati, esplicitano anche che in ogni caso, anche a sottopasso rifatto, l'intervento non permetterebbe di "evitare ai veicoli in regime ADR di dover comunque transitare sul lungolago, stanti i non modificabili limiti di altezza". "Le uniche soluzioni possibili - è scritto - restano quindi o quella, richiamata nel PGTU ma al momento ancora tutta da esplorare, di creare condizioni di minor rischio per il transito dei veicoli ADR in galleria, ovvero quella di realizzare un’opera di collegamento diretto tra l’asse centrale e il lungolago, collegamento che potrebbe ad esempio essere tracciato tra via Aldo Moro e il lungolago Piave raggiunto alla fine dell’edificato dopo aver sovrappassato la ferrovia". Si sta lavorando per portare avanti una delle due soluzioni?
4. Sempre nel PUMS (paragrafo 5.10) è scritto "alla Piccola è previsto uno degli interventi volti a migliorare la permeabilità della linea ferroviaria, con la realizzazione di un nuovo sottopasso che unito alle azioni su via Capodistria e su via Fra Galdino possa facilitare le connessioni tra le due parti della città".
Il nuovo sottopasso della Piccola non è citato nella vostra risposta. L'eventuale realizzazione non è nell'interesse dell'amministrazione?
5. Nella risposta non è citata, sempre nel campo degli interventi lungo l'asse ferroviario, l'eventuale eliminazione del passaggio a livello di via Belvedere. E' stato oggetto di interlocuzioni con RFI?
6. A conti fatti, quanto dovrebbero costare gli interventi necessari a Lecco per risolvere i "tagli" della ferrovia? E in quale lasso temporale sono immaginati visto che il "futuro secondo lotto di lavori" è "ancora da programmare"? Il territorio ne è a conoscenza per un coordinamento tra comuni e per i disagi che fermare di nuovo il treni comporterà?
Una nota, quella fatta pervenire alla Redazione dall'amministrazione che lascia aperti diversi interrogativi, sintetizzati in una serie di domande che abbiamo provveduto a inoltrare a nostra volta agli Uffici, per non lasciare spazio a dubbi interpretativi e allargare il discorso ad altri interventi, elencati come "desiderata" in documenti del Comune stesso, direttamente collegati alle "interferenze" tra la linea ferroviaria e la viabilità locale.
Di seguito, quindi, la risposta ricevuta e, in chiusura, i quesiti in attesa di risposta.

LA NOTA DEL COMUNE
Spettabile Redazione,
in riferimento agli articoli relativi alla mancata inclusione del sottopasso di via Capodistria nei lavori della tratta ferroviaria Lecco-Colico, l’Amministrazione comunale intende fornire alcuni chiarimenti.
Rete Ferroviaria Italiana (RFI), nell’ambito del piano di investimenti attualmente in corso, ha individuato come priorità strategica il miglioramento dell’accessibilità e della funzionalità della stazione di Lecco, con interventi di riqualificazione dei marciapiedi, del fabbricato viaggiatori e del sottopasso interno alla stazione, per un valore complessivo di circa 7,5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il sottopasso di via Capodistria, si precisa che, nelle proficue interlocuzioni da sempre in atto, il Comune di Lecco ha richiesto a RFI di valutare l’inserimento del suddetto sottopasso nel piano attuale di interventi: l’azienda ha ritenuto di non includere l’opera in questa prima fase, in quanto non direttamente interferente con la funzionalità della linea ferroviaria e non compatibile con le tempistiche imposte da Milano-Cortina 2026.
La realizzazione dell’opera è stata demandata da RFI a un futuro secondo lotto di lavori, ancora da programmare, il quale potrà includere anche la chiusura del passaggio a livello di via Fra’ Galdino a Pescarenico, punto critico per la sicurezza e la fluidità del traffico urbano, e una contestuale apertura di un nuovo sottopasso in via Rosmini (collegamento via Mons. Polvara).

LE NOSTRE DOMANDE:
1. Come da voi indicato, l'allargamento del sottopasso di via Capodristria si è rivelato "non compatibile con le tempistiche imposte da Milano-Cortina 2026". Quando è stata avanzata la richiesta? E quanti mesi di lavoro comporta un'operazione del genere? (il retropensiero, senza girarci intorno è: come può essere compatibile con le tempistiche il rifacimento completo dell'infrastruttura di Mandello e non quella di via Capodistria, al netto dell'interferenza o meno con la funzionalità della linea. Tra l'altro intervenire in un secondo momento comporterà dunque una nuova chiusura totale della LC-SO, per quanto? Questione diversa per il secondo intervento che citate, essendo "a valle" della stazione ferroviaria e dunque della tratta ora interdetta alla circolazione per i cantieri olimpici)
2. Nel progetto predisposto dal comune per l'allargamento del sottopasso di via Capodistria sottoposto a RFI è inclusa già anche la rotonda sul Lungolario Piave prevista nel PGTU e a cui vi è un richiamo anche nel PUMS (paragrafo 5.3)? Qualora le interlocuzioni con RFI avessero dato esito diverso con l'inserimento del progetto nei cantieri olimpici, le risorse per il rondò erano state accantonate?
3. Sempre i documenti citati, esplicitano anche che in ogni caso, anche a sottopasso rifatto, l'intervento non permetterebbe di "evitare ai veicoli in regime ADR di dover comunque transitare sul lungolago, stanti i non modificabili limiti di altezza". "Le uniche soluzioni possibili - è scritto - restano quindi o quella, richiamata nel PGTU ma al momento ancora tutta da esplorare, di creare condizioni di minor rischio per il transito dei veicoli ADR in galleria, ovvero quella di realizzare un’opera di collegamento diretto tra l’asse centrale e il lungolago, collegamento che potrebbe ad esempio essere tracciato tra via Aldo Moro e il lungolago Piave raggiunto alla fine dell’edificato dopo aver sovrappassato la ferrovia". Si sta lavorando per portare avanti una delle due soluzioni?
4. Sempre nel PUMS (paragrafo 5.10) è scritto "alla Piccola è previsto uno degli interventi volti a migliorare la permeabilità della linea ferroviaria, con la realizzazione di un nuovo sottopasso che unito alle azioni su via Capodistria e su via Fra Galdino possa facilitare le connessioni tra le due parti della città".
Il nuovo sottopasso della Piccola non è citato nella vostra risposta. L'eventuale realizzazione non è nell'interesse dell'amministrazione?
5. Nella risposta non è citata, sempre nel campo degli interventi lungo l'asse ferroviario, l'eventuale eliminazione del passaggio a livello di via Belvedere. E' stato oggetto di interlocuzioni con RFI?
6. A conti fatti, quanto dovrebbero costare gli interventi necessari a Lecco per risolvere i "tagli" della ferrovia? E in quale lasso temporale sono immaginati visto che il "futuro secondo lotto di lavori" è "ancora da programmare"? Il territorio ne è a conoscenza per un coordinamento tra comuni e per i disagi che fermare di nuovo il treni comporterà?
A.M.