Primaria di Sala al Barro, i genitori: cronaca di una fine annunciata (e voluta?)

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di un gruppo di genitori degli alunni iscritti alla Primaria di Sala al Barro dopo lo spostamento delle attività nella scuola di Galbiate per inagibilità della Don Milani.

Leggendo le note ed i comunicati quasi entusiastici dell’amministrazione comunale di Galbiate per avere gestito in tempi brevi lo spostamento delle attività scolastiche dal plesso di Sala al Barro a quello di Galbiate – per inagibilità della struttura scolastica della scuola elementare Don Milani - non può che accendersi un sentimento misto di rabbia e stupore tra coloro che questa spiacevole “pantomima” hanno dovuto subirla.
Non c’è nulla di meritorio nell’avere gestito una situazione emergenziale assolutamente prevedibile. Semmai dovrebbe esserci rammarico e imbarazzo da parte dell’amministrazione per la totale inadeguatezza delle misure correttive che avrebbe dovuto o potuto attuare nei mesi precedenti all’accadimento.
Ricapitoliamo brevemente quanto accaduto. Il plesso scolastico di Sala al Barro rimaneva l’ultimo ancora attivo in una delle frazioni del Comune di Galbiate, dal momento che tutti gli altri erano già stati chiusi per “insufficienza di iscrizioni”. Ciò in ragione del lodevole lavoro (e in questo caso l’aggettivo è assolutamente pertinente) effettuato nel corso del tempo dal personale docente e scolastico, che aveva saputo attirare nuovi iscritti per la qualità del servizio erogato, incluso il sito scolastico stesso, che offriva agli scolari spazi adeguati, un bellissimo ed ampio prato esterno in cui giocare e un clima quasi familiare.
Per l’anno scolastico 2025-2026 il numero minimo di iscrizioni per avviare la classe prima era stato ampiamente raggiunto, ma nel periodo immediatamente successivo alla chiusura delle iscrizioni è stato pubblicato dall’amministrazione un post su Facebook nel quale già si paventava la possibilità di chiusura del plesso, causando quindi defezioni nelle preiscrizioni.
Ciò – a detta della stessa amministrazione - in ragione del fatto che la situazione di criticità strutturale degli edifici, infiltrazioni di acqua meteorica, etc., non aveva trovato ancora risoluzione (anche se nota da tempo).
Il Comune avrebbe dovuto comunicare alla cittadinanza – in modo diretto e non per comunicati o proclami o, peggio ancora, per chiacchiere di strada - quali fossero programma e pianificazione per evitare la chiusura del plesso o il manifestarsi della suddetta situazione emergenziale, fornendo anche evidenze oggettive. 
Invece l’amministrazione, nonostante l’importanza dell’argomento, non ha ritenuto di dover condividere le sue scelte e decisioni con le famiglie degli alunni e la popolazione di Sala al Barro (per esempio organizzando un consiglio di frazione, cosa sollecitata innumerevoli volte dalle oltre 60 famiglie interessate) e ha lasciato solo a tratti trapelare qualche informazione, ma senza continuità ed ufficialità di azione.
Restano dunque aperte molte domande, che ad oggi non hanno trovato risposta da parte dell’amministrazione comunale. Eccone alcune:
Perché non sono stati effettuati i lavori di manutenzione necessari a garantire il funzionamento del plesso almeno per garantire l’agibilità strutturale per l’anno didattico 2025-2026?
Perché non sono state attuate tutte le procedure percorribili per richiedere supporti economici, per esempio fondi dal PNRR, per la gestione di queste attività?
Visto che - come qualche esponente dell’amministrazione ha affermato - la struttura è ormai irrecuperabile (complice il fatto che i fabbricati furono realizzati con materiali anche tossici, contenenti amianto) e la ristrutturazione costerebbe più della demolizione, è stata valutata la possibile ricostruzione del plesso scolastico?
Dato che la probabilità che si manifestasse una situazione di definitiva inagibilità della struttura era stata messa in nota dall’amministrazione, perché non sono stati predisposti piani di gestione preventivi per evitare risoluzioni dell’ultim’ora?
L’amministrazione, a parte il tentativo di spostare la scuola primaria nella struttura che ospita la scuola materna parrocchiale (pur essendo noto a tutti i cittadini di Sala al Barro la pressoché impossibilità di adeguamento di questi ambienti ad una ospitalità estesa anche agli scolari della scuola primaria) è invece rimasta ad osservare, lasciando scorrere l’acqua sotto i ponti oltre che nelle strutture scolastiche, confidando forse nel fatto che quest’anno sarebbe stato privo di precipitazioni meteoriche.
Senza quindi attuare piani di azione e di gestione durante tutto il periodo precedente, l’amministrazione si è (finalmente) palesata il giorno prima dell’avvio dell’anno scolastico, comunicando telefonicamente a ogni singola famiglia che la pioggia di qualche giorno prima aveva definitivamente confermato l’inagibilità degli edifici e che era ormai necessario “transumare” (l’utilizzo del termine non è improprio, ma aderente alla realtà dei fatti) tutti gli occupanti dal plesso scolastico di Sala al Barro a quello Galbiate.
Ma quindi, se non avesse piovuto qualche giorno prima, scolari e personale scolastico sarebbero stati fatti rimanere in una struttura potenzialmente inagibile fino a che non si fosse manifestata una condizione che obbligasse alla chiusura degli ambienti?
Il primo giorno di scuola, che comunque è stato svolto presso il sito scolastico inagibile - e anche su questo ci sarebbe da riflettere - gli esponenti dell’amministrazione, finalmente di persona, hanno confermato ai presenti che la scuola sarebbe stata chiusa e che non ci sono piani certi definiti per il futuro, ad esempio ristrutturazione e ricostruzione.
Concludiamo quindi questa nota di assoluto disappunto - per l’operato dell’amministrazione- con due riflessioni, che dovrebbero interessare non solo ai cittadini di Sala al Barro, ma a tutte le persone che abitano nel territorio comunale di Galbiate e più in generale in tutto il nostro “Bel Paese”:
1) La scuola “è” ovunque il cuore pulsante di un paese ed il centro attorno a cui gravita il futuro della società. Per Sala al Barro era anche il luogo di ritrovo per gli adulti per attività ludico-sportive, corsi di ballo, pilates, etc. che animavano il paese anche fino a ora tarda durante le lunghe serate invernali. La chiusura della scuola Don Milani, la probabile demolizione e l’improbabile ricostruzione hanno decretato la fine di tutto questo, proiettando il paese nella futura condizione di ennesimo quartiere o frazione dormitorio.
Ma un’amministrazione non dovrebbe fare di tutto per garantire il mantenimento delle proprie istituzioni ed infrastrutture ed il “benessere” dei cittadini che rappresenta?
2) Come al solito sono i bambini a fare le spese degli errori, delle incapacità e delle decisioni degli adulti. Agli scolari di Sala al Barro sono stati sottratti un luogo di riferimento e la certezza di continuità. Agli scolari di Galbiate sono stati sottratti spazi, ora sacrificati per ospitare o, meglio, “stipare”, i nuovi compagni. Ma l’impatto emotivo subito dai bambini per questa condizione è stato preso in considerazione da qualcuno all’interno dell’amministrazione? 
Ringraziamo chiunque abbia avuto la pazienza di leggere fino in fondo il presente comunicato, augurandoci che possa avere in qualche modo stimolato solidarietà nei confronti di coloro che hanno dovuto subire le non decisioni dall’amministrazione in carica.
Un gruppo di genitori dei bambini della scuola primaria Don Milani di Sala al Barro
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