Garlate: perché Italia Viva secondo Rusconi, Motta e Conti. Frigerio, il movimento come testuggine per vincere a Lecco

Italia Viva, il partito di Renzi, ha calato la cavalleria nel Lecchese. Lo ha fatto nella serata di lunedì 20 gennaio alla biblioteca di Garlate con il suo sindaco Giuseppe Conti coperto alle spalle dai colleghi Stefano Motta (Calco) e Antonio Rusconi (Valmadrera), questi ultimi componenti della Direzione provinciale del PD.

Stefano Motta, Giuseppe Conti e Antonio Rusconi

L’anima politica del soggetto di recente creazione è uscita allo scoperto, dopo i primissimi comitati sorti grazie al civismo militante. Con il proprio bagaglio di esperienza amministrativa di lungo corso, i tre primi cittadini si sono erti a garanti locali del neonato organismo. L’operazione “testimonial”, considerando che è partita in maniera artigianale e semi-informale sfogliando le rubriche personali, ha sortito i suoi effetti desiderati e a Garlate si sono radunati un numero non indifferente di persone, molte delle quali hanno avuto modo di esercitare la politica attiva sul territorio. “Se tre sindaci ci chiamano a raccolta è doveroso esserci e ascoltare cosa hanno da dire” hanno detto dal pubblico. Buona parte della platea proviene da un retroterra della DC o della Margherita, a seconda dell’età anagrafica segnata sulla carta d’identità, con qualche eccezione di anime più spostate a sinistra.

Unico sindaco a fare capolino dal centro-destra è stato Federico Airoldi di Brivio, arrivato insieme al responsabile del suo Ufficio tecnico comunale Marco Manzoni, già borgomastro a Colle Brianza. Il borgo rivierasco era rappresentato anche da Fernando Massironi. Presenti anche Giovanni Ghislandi, già borgomastro di Imbersago; Mario Gallina, primo cittadino a Merate dal 1990 al 1995; Giuseppe Mauri, segretario dimissionario del circolo PD di Cesana-Suello; Guido Agostoni, attualmente capogruppo di maggioranza a Pasturo ma più volte sindaco e con incarichi in enti sovracomunali come la Comunità montana e presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Distretto di Lecco.

Tra gli altri anche Rita Mauri (Calco) e il consigliere comunale di Lecco Andrea Frigerio, che ha annunciato di costituire un gruppo misto in Consiglio per gli ultimi mesi di mandato, assieme, probabilmente ad altri due colleghi. C’erano poi Stefano Caldirola, ex vice sindaco di Bosisio Parini con una tradizione alle spalle nel PCI e Carlo Isella, già consigliere comunale a Bulciago e di recente passato al partito Pensionati nella coalizione di centro-destra. Dal mondo dell’imprenditoria Giuseppe Conti (Barzago), membro del Consiglio Direttivo di API Lecco, e Franco Mandelli (Imbersago). È sbucato anche il presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Silea Mario Raimondi. La macchina si sta iniziando a muovere e tra gli interessati si sarebbero gli ex sindaci Cesare Valsecchi (Calolziocorte), ora capogruppo di minoranza nonchè segretario del PD della Val San Martino, e Umberto Bonacina (Costa Masnaga).

Parole chiave dei padrini della serata garlatese: riformismo, innovazione, sviluppo. Gli onori di casa sono spettati a Beppe Conti: “Stimo le persone del PD, ma quella casa non la vedo più come la mia. È venuta meno la tensione riformista. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un cambiamento identitario e culturale nel Partito Democratico e si è persa la capacità di proporsi come polo innovatore per lo sviluppo del Paese”. Al partito guidato da Zingaretti ha attribuito timidezza e radicalità, finendo per essere un rimorchio del Movimento 5 Stelle. Ha concluso: “Sogno una possibilità nuova del centro-sinistra per l’avanzamento della società”.
L’ex senatore Antonio Rusconi ha evidenziato lo spirito di apertura che caratterizza l’esperienza che sta nascendo, con un occhio attento all’imprenditoria italiana, premiando il merito. “Io mi sento molto più innovativo rispetto a chi è rimasto nel PD” ha sostenuto il sindaco di Valmadrera. Ha però precisato: “L’avversario resta il populismo salviniano e chi crede nella stupidaggine di uscire dall’Europa”. “Con entusiasmo e passione – ha concluso – bisogna recuperare il ceto moderato e riformista che il Partito Democratico ha perso come elettorato, fatta eccezione per i Comuni. Questo obiettivo deve valere anche per il territorio lecchese e per la città di Lecco”.

Stefano Motta ha motivato la sua uscita dal PD per un rischio di deriva di radicalizzazione della compagine guidata da Zingaretti, prospettando una federazione delle sinistre nella quale non può riconoscersi. “La scelta politico-strategica del conservatorismo è differente dal contenuto della Carta dei valori del Partito Democratico” ha puntualizzato Motta. Poi pensando al futuro ha commentato: “Noi vorremo giocare la nostra partita portando la nostra esperienza amministrativa per far crescere Italia Viva e il territorio”.
Numerosi gli interventi dalla platea, su certi aspetti anche disomogenei. C’è chi ha invocato politiche economiche keynesiane e chi ha valorizzato i famosi 80 euro di Renzi. Anche sulla figura del leader non sono mancate critiche di un eccesso di movimentismo, pur riconoscendogli le doti da politico. Il commento più pregnante in vista delle amministrative di Lecco non poteva non arrivare da Andrea Frigerio: “Io vorrei che Italia Viva nel capoluogo sia determinante. Dopo questa assise di stasera vorrei che emerga un indirizzo in vista del voto a Lecco. Io penso che Italia Viva si dovrebbe presentare come una testuggine per vincere queste elezioni”.
Non è passata però inosservata l’assenza dei portavoce ufficiali del movimento: Marco Panzeri e Giulia Vitali. Nemmeno il meratese Giacomo Ventrice ha partecipato alla serata. Spetterà al parlamentare incaricato per le province di Sondrio e Lecco, Mauro Del Barba amalgamare il gruppo.
Marco Pessina
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