Turismo: protocollo tra un 'cartello' di 14 comuni lecchesi

Si allarga la “rete” dei Comuni convinti che sia sempre più necessaria una strategia concordata tra amministrazioni e sempre più estesa sul fronte del turismo che in questi ultimi anni si è rivelato un fenomeno anche lecchese con presenze e forme fino a qualche anno fa inusitate. E assodato che l’idea di scommettere sul turismo sia ormai diventato un mantra – fallace o meno, lo dirà il futuro – per amministratori e politici della nostra provincia, si è fatta sempre più impellente la necessità di unire forze e risorse.
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Così, dopo il “patto” siglato lo scorso maggio in mezzo al lago tra Lecco e Valmadrera il “cartello” dei Comuni che hanno sottoscritto lo stesso protocollo sono ora diventati ben 14: ai capofila (appunto Lecco e Valmadrera) si sono aggiunti Abbadia, Ballabio, Calolziocorte, Civate, Galbiate, Garlate, Malgrate, Mandello, Olginate, Oliveto, Pescate e Vercurago, i cui rappresentanti hanno sottoscritto il  protocollo di collaborazione incontrandosi a Villa Bertarelli che è tra l’altro una delle sedi del Parco del Monte Barro che è indubbiamente una delle tante risorse del territorio. 
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Il protocollo – è stato scritto – ha la durata di tre anni e potrà essere rinnovato per quanto in maniera esplicita (e non tacita, servirà dunque una nuova sottoscrizione). E' inoltre aperto ad altri Comuni interessati, ma anche ad associazioni e operatori privati.
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Gli obiettivi sono quelli di costruire una politica turistica integrata, la condivisione di informazione, il coinvolgimento di associazioni e società private, la promozione di percorsi turistici tematici, la partecipazione congiunta a bandi regionali, nazionali ed europea, lo sviluppo di un piano che rafforzi l’identità locale, il coordinamento di eventi, progetti e iniziative culturali. Si archivia dunque la quasi secolare stagione dei singoli paesi che si muovono in proprio, ognuno con la sua sagra. Anche perché salamelle e serate danzanti non bastano più. Il turismo, oggi, è un’altra cosa.
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A fare gli onori di casa, a Villa Bertarelli, è stato il sindaco galbiatese Piergiovanni Montanelli che ha appunto sottolineato come la strada giusta per valorizzare turisticamente il nostro territorio sia appunto quello della collaborazione sotto l’insegna di “Lecco tourism”, l’organismo creato dall’assessore comunale lecchese Giovanni Cattaneo e che si pone come punto di riferimento per l’intero territorio. «Una proposta spendibile nel mondo – ha detto Montanelli – deve essere necessariamente sovraccomunale».
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E’ poi intervenuto il sindaco lecchese Mauro Gattinoni: «Nessuno basta a sé stesso, piste ciclabili e sentieri vanno oltre ogni confine. E quindi creare una rete è la vera sfida, la vera forza per il futuro. Occorre poi una sala macchine, il braccio operativo, che in questo caso è appunto l’organizzazione di “Lecco tourism” che ha il compito di costruire l’immagine, di creare relazioni, di pensare a proposte e al marketing. E’ un servizio del Comune di Lecco ed è a disposizione della rete. L’accordo è amplissimo, la collaborazione è a tutti i livelli. Tutti siamo protagonisti. E la cosa bella è che ciò che facciamo per i turisti serve anche ai nostri cittadini».
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Da parte sua, l’assessore Cattaneo ha sottolineato la necessità di collaborazione con tutte le associazioni già attive sul territorio, di una politica per gli infopoint, di far conoscere tra loro chi lavora sul territorio perché lo scambio di informazioni e opinioni sia il più proficuo possibile sia per grandi eventi che per iniziative di minore portata. «Questi mesi del 2025 – ha aggiunto – serviranno per rodare il protocollo, aperto per il futuro ad altri enti, Parchi, Comunità montane, associazioni… E’ un progetto che prevede una verifica di quali siano le risorse degli enti pubblici, delle associazioni, delle strade private. Questa è la strada, anche se sarà una strada lunga».
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Fabrizio Pozzoli, project manager di “Lecco tourism” ha aggiunto: «Siamo partiti due anni fa e ora siamo qui. E ciò significa che abbiamo visto giusto. Perché se vuoi occuparti di turismo devi occuparti di tutto, dell’intero processo. E cioè del territorio perché solo se il territorio è vivibile il turista arriva. E’ una questione di scelte e rinunce, ma se non scegliamo noi, scelgono gli altri. Si può dire che si tratta di una scelta potenzialmente epocale».
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Per la Camera di commercio era presente il consigliere Mattia Maddaluno che ha ricordato come l’ente guardi con favore a questo genere di iniziative e come il marchio “Lago di Como” si proprietà della stessa Camera di commercio di Como e Lecco e può essere usato da tutti. Infine, la collaborazione di un intero territorio consentirà di partecipare alle fiere del turismo nazionali e internazionali.
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C’è stata poi la possibilità per i rappresentanti dei Comuni – sindaco e assessori – di esprimere un proprio breve parere sul progetto. Erano presenti i sindaci Angelo Isella (Civate), Giuseppe Conti (Garlate), Giovanni Bruno Bussola (Ballabio), Michele Peccati (Malgrate), Marco Passoni (Olginate), i vicesindaci o assessori Elena Azzoni (Abbadia), Silvia Nessi (Mandello), Miriam Lombardi (Pescate), Raffaella Brioni (Valmadrera) e Carlo Greppi (Vercurago). Assenti “giustificati” i Comuni di Oliveto e Calolziocorte.
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Nel corso della carrellata si è parlato della tanta bellezza da valorizzare e che spesso gli stessi amministratori non sanno quanto di interessante possa avere un Comune vicino, di un progetto che arriva come una manna dal Cielo per poter fare qualcosa di professionale, della necessità di proporre esperienze che trasmettano emozioni, della necessità di coordinare le tante iniziative che si organizzano magari nello stesso periodo e nel contempo di ampliare l’offerta come già qualcuno sta facendo attrezzandosi per far fronte a un numero in crescita di visitatori.
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Saranno i prossimi anni a definire e a rendere più chiare quali siano le linee guida. Perché la scommessa è anche quella di coniugare le differenti esigenze. Se si ascoltano, come si ascoltano, peana sull’arrivo di grandi società alberghiere e quindi sull’apertura di hotel di lusso, se i scommette sulla presenza di campi da golf (come ha fatto per esempio Maddaluno) e quindi puntare su turismo d’élite, il rischio è quello di trascurare da una parte la sostenibilità ambientale e dall’altra il visitatore meno danaroso senza per questo riconcorrere il cosiddetto “turismo di massa” ormai d’antan.
D.C.
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