«Porco di qui, porco di là…». Già: saracchi e sfuriate erano proverbiali. Caratteraccio, quello di Casimiro Ferrari. Perché – diceva – «muriroo gheubb ma minga cun el goos» e cioè &...
Cronaca - Scaffale lecchese
Chissà. Un giorno saranno soltanto parole scritte in pochi libri. Nei quali libri, tra l'altro, quelle parole non avrebbero dovuto entrare. Perché vive, davvero vive, lo erano soltanto se sospese nell'aria, non messe per iscritto. Per quanto abbiano ...
La “scoperta” della montagna come luogo di svago, si sa, risale all’Ottocento. Nella seconda metà del secolo è un vero e proprio “movimento”. Non è ancora turismo di massa, quello arriverà molto ...
A piedi lungo l'Adda dalle sorgenti alla foce. In quest'epoca di cosiddetto turismo lento, di riscoperta (e invenzione o reinvenzione) di "cammini", ha un suo fascino riprendere in mano una guida, più culturale che turistica, di ormai un secolo ...
Mattia ContiUn «libro maledetto» le cui vicende raccontate sembrano per sortilegio riprodursi nuovamente in una realtà non molto dissimile. Una maledizione? O quell'inevitabile ripetersi delle vite e delle storie per cui non si inventa mai niente ed &...
Un po’ surreale e forse pretestuosa, la polemica estiva di quest’anno in città riguarda l’anniversario della conquista del McKinley da parte di una spedizione alpinistica tutta lecchese nell’anno 1961. Anniversario nemmeno tondo, quindi, ...
Stai a vedere che è colpa sua, dell’Aloisio Bonfanti, una delle memorie storiche della città. Parliamo della stravaganza di battezzare il municipio come Palazzo Bovara. Stravaganza poi non più, essendo ormai consuetudine tra giornalisti e politici. ...
Emilio De MarchiUna zuffa all’esterno di un’osteria, un coltello che spunta, un giovane che rimane morto sul selciato. Avviene a Pescarenico ma in realtà è “il delitto di Osnago”: così recita il ...
La Grigna che «è la più alta montagna ch'abbi n'questi paesi, ed è pelata» o la Troggia che «cade da un sasso altissimo, e cadendo entra sotto la terra e lì finisce il fiume»: ...
«Per ovvi motivi, si dichiara che qualsiasi fatto e circostanza riportati nel libro non hanno riferimento con fatti e personaggi della realtà». Così si tutelava, come si usa, anche il premanese Antonio Bellati quando, nel 1982, ...
Non c’è dubbio che in certe piccole stazioni ferroviarie, oggi, un che di malinconico ti pervade. Ormai, si tratta di edifici abbandonati, di ambienti quasi surreali. Tanto da stentare a credere che lì, davvero, un qualsiasi treno ...
C'è voluta una pandemia perché tornassimo ad accorgerci di quell'incanto che sono i Piani Resinelli, dopo che in una domenica di febbraio si è arrivati a chiudere la strada per l'eccessivo afflusso di gitanti, costretti dai confini ridotti ...
Niccolò Paganini, il «maggior violinista che la Storia ricordi» recita la Treccani: vissuto tra Sette e Ottocento, era «dotato d'un eccezionale intuito violinistico, che lo condusse a divinare tutte le risorse dello strumento (solo in parte ...
I segni sono ancora lì. Nitidi, forti: le ville, la filanda, un asilo e altro ancora. Segni di una presenza importante. Anche se oggi li vediamo come i resti di un’epopea trapassata. Del resto, ovunque nel mondo, ...
«Un gran silenzi in gir per un mument: desmetten i ses lodoj de cantà, el par ch'i tremen pioeu i fujett al vent e l'acqua la finess de ciciarà: l'è alura che se sent una ...
Li chiamano poligrafi: scrittori prolifici che scorrazzano tra generi diversi. Figura un tempo diffusa, qualcuna immortale e la gran parte dimenticata, soprattutto in quell’Ottocento in cui non erano gli stimoli a mancare. In questa schiera si colloca Ignazio ...
Metà di giugno del 1974. Villa Monastero di Varenna ospitava una di quelle discussioni accademiche sovente destinate a non lasciare tracce se non la pubblicazione di "atti" condannati ad accumular polvere in qualche biblioteca. Si parlava del "sistema fortificato dei ...
Papa non lo era ancora, quella volta dell’ottobre 1913, in cima al Grignone. Probabilmente, nemmeno lo immaginava: all’appuntamento con la Storia mancavano ancora nove anni. Un nulla di fronte all’eternità della Chiesa, ma pur ...
Vanto locale. Però, un pochino tirato per i capelli: diciamola poi tutta. Del resto, se mille letti d'albergo in giro per l'Italia sono commemorati da altrettante lapidi per aver dato il riposo d'una notte a Garibaldi, qual male sar&...
Mezzogiorno e mezzo del 27 aprile 1945. Milano era già libera da due giorni. A quell'ora, Benito Mussolini era ingloriosamente in fuga travestito da soldato tedesco verso l'Alto Lago, chissà se davvero confidando in quel favoleggiato, e a detta di ...